top of page

A CUORE APERTO

  • Immagine del redattore: an
    an
  • 24 ago 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

ree

Qualche giorno fa stavo lavorando da casa e mi sono imbattuta in un bellissimo articolo che si chiama "Quello che le Fertili non sanno: il monologo di una Sterile" , di Elisabetta Ambrosi.

Non è stata una ricerca casuale: è tanto tempo che sento dentro di me il bisogno di trovare altre donne con il mio stesso problema di infertilità con cui poter parlare.

O forse anche solo per abbracciarle.


Mentre leggevo l'articolo ho cominciato a piangere e a sentire il cuore che si scaldava allo stesso tempo. Mi sono resa conto di quanto in questi mesi mi sia dovuta chiudere in me stessa come un pacchetto per poter sopravvivere.

Perché parlare di queste cose non piace a nessuno, né a me né agli altri...lo so.


Rispondereste mai alla domanda di un'amica che ti chiede come stai, dicendole "Bè sai così così, non riesco ad avere un figlio" ? No, vero!?

Riuscire a dirlo a qualcuno è un impresa titanica. Esponi una parte di te totalmente vulnerabile, ti apri al giudizio delle persone, hai paura di far pena, di essere considerata diversa, quasi un rifiuto della società.


Riuscire a dirlo è un gesto enorme di fiducia nei confronti dell'altra persona, a cui metti in mano un pezzetto del dolore forse più grande che tu abbia mai provato nella vita.


Ci sono dei giorni in cui ti senti bene, pensi che tutto sia sotto controllo, che sei forte e puoi superare tutto. Ma ci sono anche quei giorni in cui ti trovi sola al lavoro e inizi a piangere senza motivo, e butti fuori il dolore perché più di tanto non puoi tenerlo dentro. Altri giorni invece sei arrabbiata, vorresti spaccare ogni cosa, abbandonare tutto, andare dall'altra parte del mondo e cambiare vita. A volte vorresti essere un'altra persona e ti chiedi: perché proprio io?!


Poi razionalizzi. Ti dici che devi essere contenta per quello che hai e accettare le cose come sono. Che la felicità è in noi e bla bla bla... tutte stronzate! Fa male ragazze, fa un male porco.


Finiti i momenti di crisi riparti, ti rimetti la tua maschera e ti ripresenti in pubblico, sperando che per qualche giorno non succeda nulla che ti possa destabilizzare.

Da quando cerco di avere un bambino sembra sia rimasto incinta tutto il resto del mondo tranne me...fa ridere, vero? Ma anche tanto male.


Potrebbero darmi un premio per le mie esibizioni. Sapete quanta frustrazione, quanta rabbia, quanto dolore devi rimandare indietro per riuscire a dire ad un'altra donna che sei contenta che lei ci sia riuscita, o che il loro bimbo è stupendo?

Che poi sei davvero felice per lei, e sicuramente quel frugoletto sarà una meraviglia. Tu sei solo arrabbiata con te stessa per non essere capace di fare lo stesso.

Per non parlare di quando senti quella frase: "se non hai figli, non puoi capire". Io non so se sarò mai una mamma, ma so cosa vuol dire amare e cosa si prova ad avere un vuoto dentro che devi per forza colmare con altre mille cose.


Vorrei dire alle persone che sanno, a quelle che sapranno e a quelle che forse hanno capito, di non vergognarsi per me, di non provare pena per me, di fare domande se ne avete, di darmi consigli, sostegno e tanto affetto. Non siate intimorite, chiedete, fate domande...al massimo scoppierò a piangere o imprecherò. Ma poi vi ringrazierò sempre per esserci state.


Commenti


bottom of page