LUI LONTANO
- an
- 4 set 2018
- Tempo di lettura: 3 min

In un post di alcuni giorni fa vi ho accennato alla lontananza di mio marito, oggi voglio raccontarvi l'incubo di questi due anni con lui lontano.
Nel 2016, dopo un anno di matrimonio, l'azienda per cui lavora gli propone un nuovo ruolo in un'altra città. Ne parliamo e riparliamo e ci sembra giusto che lui accetti, è uno step necessario nel suo percorso di carriera. I chilometri che ci separano non sono infiniti, ma bastano per costringerlo a vivere in un'altra casa e tornare nel weekend, e se riesce una sera a metà settimana.
Dopo qualche mese di assestamento, in cui finalmente troviamo un nostro equilibrio, decidiamo di iniziare a provare ad avere un bimbo. Ormai la mia sveglia biologica suona... E così incominciano i primi tentativi, in cui sei ottimista e non pensi minimamente che possa esserci qualcosa che non va.
Però poi passano i mesi ed alla frustrazione di non riuscire si somma la solitudine, il dover programmare minuziosamente i rapporti con tuo marito che abita a più di 200Km da casa!
Già diventa difficile e pesante quando si è nella stessa casa...immaginatevi cosa voglia dire essere in due città diverse! Tour de force, alzatacce all'alba, sacrifici e rinunce che non portano a nessun risultato.
E in più la mia solitudine nel dover affrontare questa enorme sofferenza. Il 2017 è per me un anno pieno di dolore e rabbia, di pianti isterici e collera. Vedo famiglie felici ovunque, mentre il mio progetto di famiglia è in pezzi: un figlio non arriva e mio marito è lontano. E così mi chiedo dov'è la mia felicità, cos'ho fatto di male per non avere niente e per essere così sola... ho un dolore dentro nero come la notte, che mi toglie qualsiasi gioia.
Mi sento abbandonata e non riesco a trovare una spiegazione a tutto questo dolore. Cos'ho fatto per meritarmelo?!
Mi dico che se almeno mio marito potesse ritornare a vivere qua potremmo andare avanti con i nostri progetti di avere una cosa nostra, potremmo prendere un cane... almeno riempire un pochino quel vuoto che mi scava dentro!
Credo che il dolore che si prova quando non si riesce ad avere un figlio non sia spiegabile. Lo può capire solo chi ha avuto la sfortuna di provarlo sulla propria pelle. È una sofferenza a 360 gradi, che pervade ogni minima cellula del tuo corpo e della tua mente. Se chiudo gli occhi e provo a figurarmelo è come una stretta infernale attorno allo stomaco, che ti toglie il respiro.
È un dolore che fai fatica a mostrare agli altri e che quindi si amplifica ancora di più, perché spesso devi mentire e metterti una maschera.
Quando il tuo desiderio più grande è diventare madre, dare un figlio all'uomo che ami e ti senti dire che forse potrebbe non succedere mai è come se ti togliessero la più grande ragione di vita per cui sei su questo mondo. È un lutto da elaborare ogni settimana, ogni mese.
Solo dopo che per mesi ho pianto tutte le lacrime del mondo, ho urlato, imprecato, lanciato cose e inveito contro il mio destino mi sono detta basta. Non posso stare così male, devo tornare ad essere felice. Se non potrò provare la gioia immensa di avere un figlio, sarò felice per altre cose. Non sarà mai lo stesso, il pensiero di un figlio non ti abbandona mai, ma diventerà almeno sopportabile...
La mia piccola rinascita è stata possibile grazie a tre cose:
1. tanta tanta tantissima forza mia e solo mia;
2. un gatto di una dolcezza infinita che ha riempito la solitudine della mia casa;
3. lo Yoga!
E così circa un anno fa ho deciso di rimettere la testa fuori dal mio guscio e di provare ad aprirmi a percorsi e cose nuove. La speranza di diventare mamma non mi abbandona, ma mi sento in dovere di essere felice anche in altri modi.
Lo Yoga per me è stato ed è tutt'ora una cura per il corpo, la mente e il cuore. Ho pianto durante tante lezioni: quando capisci che eri così tanto chiusa nel tuo dolore e senti poi il tuo corpo riaprirsi al mondo provi una liberazione indescrivibile. Lo Yoga mi ha ridato pace.
Ad oggi è passato un altro anno senza successi in modo naturale e con mio marito sempre lontano. Ma io ho deciso di tornare a sorridere e a vivere. Non è sempre facile, anzi... La sofferenza è sempre lì dietro l'angolo che ti aspetta! Quando qualche settimana fa sono andata dalla psicologa prima di iniziare la FIVET mi sono resa conto che l'angoscia di fallire c'è, ma sapete qual è la mia paura più grande? Stare male di nuovo, provare ancora quel dolore mostruoso che vorrei nessuna donna dovesse mai e poi mai provare!
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